Argomenti
Storia del borgo 1892
Introduzione storica 1983
Primi insediamenti 1358
Divisione da Modena 1822
Nascita del Santuario 1833
Elevazione a parrocchia 1842
S.Elia 1839 +1900
M. Contri 1841+1910
P. Angelo 1810
Capomastro Zamboni 1836
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Storia del borgo
Stampato nel 1892 M. Contri
Quantunque l'origine di questo piccolo territorio così ben conformato, ed or tanto bello e fertile, e de'suoi primi abitanti non sia confusa nella buia notte dei secoli, pur tuttavia è cosa assai difficile esporla con quella esattezza che richiede la storia.
Quello che è noto si è,che esso fa parte dell'antica Corte di Trecentola la quale abbracciava il vasto territorio che ora dicesi Serraglio, Campo Doso, Divisione di Casumaro e Buonacompra,e sulla quale prima del mille non eravi che il Castello di Ponte Duce (Campo Doso).
Castello il quale, al dire degli storici, era assai ragguardevole anche pel numero delle Chiese,e che fu posseduto già dal Re Berengario II° nel 950, poi da Arrigo I° Imperatore il quale nel 1016 lo donò alla Contessa Richilda moglie di Bonifacio 3°Duca di Toscana e padre della Gran Contessa Donna Matilde; indi nel successivo anno dai suddetti venne ceduta all’Abbazia di Nonantola, la quale ne restò in possesso fino al 1358.
Siccome poi verso il 1211 questi luoghi erano diventati il ricettacolo di certo Salinguerra capo della Fazione Ghibellina e terrore di quelle genti calò contro di costui il Marchese Aldrovandino d'Este a capo della Fazione Guelfa. e nel 10 Novembre 1213 si convenne che il Castello di Ponte Duce fosse distrutto; sicché quegli abitanti passarono ad ingrossare il Finale che allora maggiormente si estese.
Nel 1358 Lodovico Abate di Nonantola investì della metà del territorio, chiamato come si è detto, Trecentola, il Marchese d'Este Duca di Ferrara, e dell'altra metà, detta poi Casumaro, Giovanni del Naso Vescovo di Bologna, col patto espresso di non poter cedere tali beni che agli uomini di Cento, o ad altri vassalli della Chiesa di Bologna.
E nel successivo anno gli uomini di Cento e Pieve ottennero dal Vescovo di Bologna il possesso enfiteutico dell'anzidetta parte di Trecentola o Casumaro (1) Di quì l'origine della divisione di questi terreni i quali altro non sono che il graduale bonificamento di incolte paludi, che si sono man mano colmate per l'inmissione del fiume Reno il quale anche dopo il mille correva disarginato per mezzo a questa vallata.
A quell'epòca, e qualche tempo dopo ancora sopra questa vasta piaga non vi erano Parrocchie. Dopo Finale, la Chiesa più antica era quella di S. Maria Maddalena, posta in prossimità del cavo Napoleonico che allora era la parrocchia di Trecentola. Fu solo nel 1451, prima cioè che il Reno abbandonasse l'antico suo alveo, e si aprisse il corso fra Cento e Pieve, che,trovandosi in visita al Finale Antonio della Torre, Vescovo di Modena, questi fece erigere la chiesa di S.Lorenzo, oggi di Casumaro, perchè le genti che andavano spargendosi sopra le alture coltivabili, in certe epoche dell'anno non potevano recarsi a Finale a compiere le pratiche di religione, e specialmente d'inverno molti fanciulli morivano senza battesimo.
Verso la fine del XV secolo il Reno si ritirò, come si è detto, da questi luoghi,lasciando scoperta una estesa valle piena di boschi e canneti;dopo di che vennero stabiliti i confini fra i Centesi e i Finalesi.Fu posta in quella valle che nel 1506,per ordine del Vescovo di Modena, venne edificata la Chiesa di S.Elisabetta; parrocchia che da principio si chiamava Reno dei Casoni, perchè quivi non vi erano che casoni di canne palustri. Eretta quella cura, tosto vi troviamo uniti alla medesima gli abitanti di questa piccola Frazione di Reno Centese e parte dell'attuale parrocchia di Casumaro, i quali vi restano congiunti fino all'anno 1822.
Fu allora che in seguito a domanda di sua Altezza Reale il Duca di Modena, Francesco IV, d'Este, intenta a rettificare i confini dei due stati, Pontificio ed Estense, il Sommo Pontefice Pio VII° con suo Breve ( Sacrorum Canonum Sanctione ), delli 11 Dicembre 1821, eseguito per delegazione da Monsignor Tiburzio Cortese Vescovo di Modena e Abate di Nonantola il 16 Aprile 1822 e notificato il 19 detto da Sua Em.za Rev.ma Carlo Cardinale Oppizzoni Arcivescovo di Bologna, vennero distaccate dalla Diocesi di Modena diciasette (17) tra Parrocchie e Frazioni e furono annesse a quella di Bologna, fra le quali eravi compresa questa Frazione con circa 650 abitanti, non che quella di Casumaro le quali vennero incorporate coll'arcipretale di S. Martino di Buona Compra. Come poi questa frazione restasse al Governo spirituale del Rettor parroco di Reno Finalese per venti anni, si conosce da una memoria esistente nell'Archivio parrocchiale di quella Chiesa, dove si legge "Siccome poi quel parroco (si allude a quello "di Buonacompra) per la numerosa sua popolazione "e distanza da questa nuova, non che per le fisiche sue imperfezioni, non poteva attendere al "regime spirituale di questa sua nuova conquista, "così sua Em.za Rev.ma il Cardinale Arcivescovo di "Bologna con suo venerato Dispaccio del 20 detto "mese, si degnò di pregare questo Rettore D.Giacomo Bosi a voler continuare nella qualità di suo 'vicario Spirituale delegato a diriggere,pro interim, "anche la Frazione di Reno Centese, fintantochè avesse provveduto in altra maniera Fu lietissimo quel Rettore di accettare col consenso del Vescovo di Modena l'onorifico incarico, il quale gli "tornava tanto più gradito in quanto che era per lui una soddisfazione, che gli compensava in qualche modo il grave dispiacere del subito distacco che con tutti i mezzi possibili egli aveva procurato di scongiurare". Intanto questa interinata durò fino all'anno 1842. E qui a dare un rapido sguardo alla condizione economica, civile e religiosa dei primitivi abitanti di questa Frazione, basta accennare che la popolazione, principalissimo fattore della ricchezza di un paese, ebbe un costante e continuato incremento, tanto che da 650 abitanti che erano nel 1822, epoca in cui si trovano disgiunti da quelli di Reno Finalese, salirono a quasi 900 nel 1842, ed oggi sono quasi 1300.
Le condizioni economiche, re ora non si por sono dire floride per le circostanze che in generale travagliano i popoli, non furono tali in altri tempi; e re ne ha una luminosa prova nella potenzialità produttiva a cui furono portati questi terreni; nella regolare conformazione del territorio il quale da levante a ponente è metricamente diviso da sette strade; e nella quantità dei fabbricati che man mano si son venuti costruendo, non pochi dei quali abbastanza civilmente edificati.
Fra cui sono da notarsi due belle torri poste lungo la via Colombara, o S.Luigi, una delle quali spettante all'antica famiglia Diozzi, l'altra alla famiglia Guaraldi - Anzi sopra quest'ultima vi fu costituito un censo nel 1695 a titolo di dote, il quale dopo diversi passaggi, venne assegnato nel 1819 alla Parrocchia di S.Michele Arcangelo di Cenacchio. Essendo poi questa assai deperita, fu venduta e demolita nel 1854.
E della pietà religiosa dei primitivi abitanti? Oh! di questa parlano luminosamente gli edifizi eretti al culto! Il più antico fra i quali era la Chiesuola di ius Diozzi costruita verso il 1500, che venne poscia dedicata a S.Luigi Gonzaga, ed alla quale era pure annesso un vasto e civile fabbricato con una bellissima torre. Edifici che, e per l'insulto dei tempi e più per trascuratezza della famiglia, decaduta dalla antica sua opulenza, a poco a poco andarono in deperimento; e vennero quindi demoliti del tutto insieme alla Chiesa ed all'unito cimitero nel 1863; e le ossa dei cadaveri ivi sepolti da epoca immemorabile trasportate nell'attuale camposanto di Reno Centese. Dopo viene il bellissimo Oratorio pubblico di S. Maria della Neve, che si ammira tuttora a nord della Via Imperiale, edificato sul principio del XVI.° secolo dalla famiglia Genesini, e che colla separazione di questo territorio da Reno Finalese è rimasto appartenente alla Diocesi di Modena. Sorse in fine il magnifico Oratorio pubblico Carassiti - Salvi costruito nel 1782 e dedicato a S.Anna, il quadro della quale non che l'altro di S.Giuseppe, sono opera pregiata del pittore Iacopo Alessandro Calvi, detto il Sordino - Quest'Oratorio poi è quello che fu convertito nell'attuale Chiesa Parrocchiale, situata proprio nel centro della Frazione.
E a persuadersi anche maggiormente dell'importanza civile e religiosa di questa villa, a confronto delle contermini, basta consultare gli atti e le memorie dell'Archivio Parrocchiale di Reno Finalese, nel quale si riscontra che gli abitanti di questa piccola Frazione, i quali erano pressochè eguali di numero a quelli della Frazione Modenese (di un area quasi dieci volte maggiore) davano a quella parrocchia due terzi dell'annua rendita.
Ed eccoci ad esporre l'avvenimento più memorabile e portentoso, il quale mentre addimostra anche più evidentemente la pietà religiosa dei nostri padri, forma la più bella gloria di questo villaggio. Esso fu come una scintilla che accese nell'animo di quei terrazzani le più liete speranze; fu, si può dire, l'alba foriera di quel sospirato giorno in cui sarebbero stati soddisfatti i loro voti più ardenti; di erigersi cioè in Parrocchia separata ed autonoma.
Correva l'anno 1833, quando sul finire del mese di Marzo un Venerabile Religioso dell'Inclito Ordine di S.Francesco (2) portò nell'Oratorio Salvi l'immagine in tela rappresentante la B.Vergine del Buon Consiglio, che da quell'epoca in poi si è sempre e costantemente venerata con culto speciale in questa Chiesa. l'ottimo religioso così favellò:
" Questa Immagine la ricevetti da una Monaca, ( e ne declinò il nome che non si ricorda) la qua le trovandosi in fine di vita, e mentre dal suo letto di morte colla mano scarna e tremante e colle lagrime agli occhi me la consegnava, così mi disse: Questa è una copia pregiata e fedele della Madonna del Buon Consiglio di Genazzano, che ha toccato il suo originale - Sono molti anni che la posseggo e gelosamente la custodiva presso di me nella remota mia cella; da Essa ho ricevuto molte grazie e consigli, e qui sul finir della mia vita uri interno sentimento mi agita e mi commuove, e pare che una voce arcana mi dica che Essa vuol essere pubblicamente venerata - E il dolore più vivo ed intenso da cui mi senta traffiggere il cuore è quello di dovermi staccare da questo prezioso tesoro, quantunque la fede mi assicuri che potrò vagheggiarla viva ed immortale là su in cielo -" Non potendo quindi resistere al misterioso impulso che mi sento nell'animo, la consegno a voi che del continuo viaggiate, e vivamente vi prego che procuriate di collocarla in qualche Chiesa alla pubblica venerazione - Così mi disse con accento appassionato la venerabile sposa di Cristo e morì. - "Sono ormai diciotto anni, seguitò a dire il buon Religioso, che la ricevetti da quella Santa Monaca, e d'allora in poi l'ho sempre portata meco nelle mie pellegrinazioni; un'altra volta ho voluto che Essa tocchi l'Originale di Genazzano, e posso dire che in que- Allorquando il buon Francescano portò qui la lodata Immagine e venne a depositarla nell'Oratorio erano presenti cinque persone (3) alle qualisto periodo di tempo, sapendosi che era depositario di questa immagine, mi è stata più volte chiesta con insistenza da molte persone rispettabili per collocarla in templi sontuosi; ma devo dire che non mi sono mai sentito ispirato dalla Madonna, alla quale ogni volta mi raccomandava, di aderire alle reiterate istanze che mi venivano fatte. Finalmente, sentendomi io pure vicino agli ultimi miei giorni, mi sono consultato con Maria e, quasi direi, una misteriosa ispirazione mi ha additato esser qui il luogo ove Ella vuol mettere sua dimora, e che è in seno a questa frazione di popolo dov'Ella vuole regnare sovrana.
"Io ho resistito ed ho, per così dire, fatto violenza a me stesso; ma osservate imperscrutabile consiglio della divina Provvidenza! Sapendo io che questa Frazione di popolo, sebbene appartenente alla Diocesi di Bologna, pure è da tempo spiritualmente governata dal Rettori parroco di Reno Modenese, ho creduto mio dovere portarla in quella Chiesa, nonostante che ne fossi stato più volte sconsigliato dal giovine Contri Luigi, il quale invece mi andava pregando di portarla senz'altro in quest'Oratorio Presentatala infatti a quel buon Parroco D,Sante Pignatti con preghiera di volerla collocare sopra qualche altare, il credereste? Quell'ottimo sacerdote a tale esibita è rimasto sorpreso, perplesso, e dopo un momento dì silenzio in cui-parve ascoltasse la voce della propria coscienza, mi ha risposto: Sentite frate Giovanni, io crederei fosse meglio chela portaste nell'Oratorio Salvi a Reno Centese.
"A tale suggerimento mi sono sentito innondare il cuore di una indicibile gioia, e senza aggiungere parola alcuna, mi sono tosto recato qui da voi - Ed è in questo splendido Oratorio che deposito questa preziosa Immagine; collocatela sopra qualche altare e qui Maria SS. dischiuderà una fonte perenne di grazie e di benedizioni; da Essa otterrete lumi e consigli nei vostri bisogni, e vedrete che in un tempo non lontano saranno coronati i secolari ed ardenti desideri di questi terrazzani, d'essere cioè eretti in parrocchia separata e indipendente."
Così disse il venerando Francescano nel depositare sull'altare di S.Giuseppe, dal lato dell'Evangelo, la Sacra Immagine, e con accento di commozione e lagrimando vivamente la raccomandava al custode dell'Oratorio Zuffi Lorenzo - Immantinente si sparse la lieta novella, e tosto i giovani del paese pensarono di collocare convenientemente la Santa Immagine, onde farle dinanzi il mese di Maggio - Allora il giovane Guaraldi Gaetano Le costruì una piccola ancona di legno dipinta e sormontata dal nome di Maria, con due festoni di fiori ai lati del quadretto, e la sacra Effige fu posta sull'Altare di S.Giuseppe.
Poscia sulla proposta del medesimo frate Giovanni, e coll'opera zelante e indefessa del Sacerdote Guaraldi D.Giovanni, coadiuvato da alcuni giovani, venne istituita una pia Congregazione, la quale in breve raggiunse un considerevole numero di aggregati, e che da principio fu tributaria di quella eretta sotto gli auspici della B.V. del Buon Consiglio di S.Spirito in Ferrara - I primi Collettori della detta pia Unione furono Contri Luigi e Zuffi Lorenzo,poi Zavatti Giuseppe e Contri Giacomo, indi Salvi Giuseppe e Contri Bartolomeo - Prodigiosi furono i progressi di questa pia unione, imperocchè in poco tempo si estese non solo ai paesi, circonvicini, ma eziandio ai lontani tanto che nel 1842, anno in cui questa Frazione fu eretta in parrocchia, si contavano quasi tre mila congregati con dodici Collettori - Oltre la pia pratica del mese di Maggio, si intraprese il canto dell'Ufficio della Madonna in ogni Domenica; indi fu istituita una solenne annuale festività nel giorno dell'Ascensione di N.S.G.C, preceduta da un triduo, nel quale accorreva all'Altare della Venerata Immagine una immensa quantità di devoti dei vicini e lontani paesi. Tutto ciò fu causa che i terrazzani si entusiasmassero e sentissero il bisogno di staccarsi da Reno Finalese; perciò le persone più influenti e rispettabili del paese e specialmente i Sacerdoti Balboni D.Odoardo, Balboni D.Filippo e Guaraldi D.Giovanni col validissimo appoggio di Mons. Arciprete di Cento D.Pietro Franchi, incominciarono le prime e più opportune pratiche per erigere questa Frazione in Parrocchia. Staccate, come si disse, nel 1822 dalla Diocesi di Modena questa e la frazione di Casumaro, era naturale che sua Em.za Rev.ma il Cardinale Oppizzoni pensasse al modo di provvedere almeno di una Chiesa la numerosa popolazione delle anzidette due Frazioni - E, approfittando dell'occasione in cui Sua Maestà Francesco I.° Imperatore d'Austria venne a Modena nel 12 Luglio 1825 a far visita al cognato di lui il Duca Francesco IV.° d'Este, il sudd.° Emm.° Cardinale si recò a Modena e impegnò Sua Maestà Imperiale presso sua Altezza il Duca, perchè questi gli cedesse la Chiesa di S,Lorenzo di Casumaro, posta negli stati Estensi, a pro della numerosa popolazione Centese poco prima acquistata, e l'ottenne; ma per ragioni, che qui non-occorre accennare, la cessione non si potè effettuare che nel 28 Ottobre 1839. Fu poi nella circostanza in cui Sua Em.za Rev.ma il Cardinale Oppizzoni venne nel giorno 22 Settembre 1841 a prendere possesso della Chiesa di Casumaro, che si recò pure a visitare l'Oratorio Salvi ed a rilevare la posizione e conformazione del villaggio. Quell'Inclito Porporato col suo numeroso seguito, quale s'addice ad un principe, fu solennemente ricevuto dal Clero delle parrocchie circonvicine, ed entusiasticamente festeggiato dal popolo plaudente - Visitato l'Oratorio, si mostrò soddisfattissimo; inteso poscia come i capi-famiglia, e particolarmente i Signori Balboni Galeazzo, Contri Paride, Guaraldi Francesco, Genesini G.Battista, Salvi Luigi e Baruffaldi Vincenzo, fossero disposti a contribuire con tutte le loro forze per l'acquisto dell'Oratorio; compreso pur le offerte del Sig. Gaetano Salvi di cedere l'Oratorio stesso per circa la metà del costo; del sig. Balboni D.Odoardo di fornire la nuova Parrocchia di Beneficio e del Sig. Balboni D.Filippo di servire gratuitamente per un quinquenio in qualità di Economo, lasciando le primizie a favore della Chiesa; commosso nell'udire come erasi divulgata la pietà e devozione verso l'Immagine della B. V. del Buon Consiglio, e come per lo zelo del Rev.do Guaraldi D. Giovanni si fosse estesa la devota pia Unione a Lei dedicata, partì, non senza lasciar sperare che sarebbero stati esauditi i voti di questi terrazzani. Il popolo lo salutò con entusiastici applausi, aspettando ansioso una risoluzione. E la risoluzione venne! Infatti con Decreto 18 Febbraio 1842 e comunicato il 17 Giugno dello stesso anno, Sua Em.za Rev.ma il Sig. Cardinale Oppizzoni degnossi erigere in Parrocchia questa Frazione
All'annunzio di sì consolante notizia gli animi esultarono, e il giorno 24, sacro alle glorie di S. Giovanni, fu con pompa straordinaria e solenne feteggiato il tanto sospirato avvenimento.
E intanto accrescevasi sempre più i1 culto e la devozione verso la Sacra Immagine di-Maria del Buon Consiglio per le molte grazie e favori che del continuo dispensava a chiunque con viva fede si fosse presentato dinanzi a Lei; e si può asserire con tutta sicurezza che fino dal suo primo apparirein questo Villaggio aperse qui una fonte perenne di grazie, che tuttora trascorre a beneficio di coloro che pietosamente la invocano (4) E testimoni irrefragabili ne sono i ricchi doni ed i voti che da ogni parte, e da ogni ceto di persone a Lei si offrono; testimoni le innumerevoli visite di devoti d'ogni età, sesso e condizione, i quali da limitrofi e lontani paesi accorrono del continuo a visitarla.
Era quindi neccessario esternare e rendere più solenne il culto alla Venerata Immagine; perciò nel 1843, affine di poterla recare in processione e benedire-con Essa le campagne, colle generose offerte dei fedeli Le si fece costruire la bellissima Fioriera che si conserva ancora - Opera questa dell'intagliatore Magagna, dell'indoratore Martinelli e delle fioraie sorelle Atti figlie dell'Accademico Dottor Luigi, tutti di Cento.
Il sacerdote D.Odoardo Balboni alla sua morte avvenuta nel Dicembre 1847, mantenne la fatta promessa, ed oltre alcuni pii legati di messe, lasciò due fondi stabili, l'uno-come Beneficio parrocchiale e l'altro pel culto della Chiesa e per sussidiare i poveri della Parrocchia Visto poi che l'Oratorio era insufficiente ai bisogni della crescente popolazione quegli Amministratori Parrocchiali pensarono al modo di provvedere; e delle due massime, l'una di conservare intatto l'Oratorio già acquistato e costruire invece una nuova Chiesa in posizione più adatta, e l'altra di ampliare l'Oratorio medesimo, fatalmente prevalse quest'ultima. E si deve proprio chiamarla un idea fatale; perchè non si pensò che i ripieghi non possono mai riuscire perfetti, e che, ampliando l'oratorio per la sua ubicazione, si rendeva impossibile ogni ulteriore allungamento.
Approvato quindi quest'ultimo progetto, coll'obolo dei parrocchiani e con una generosa offerta di Sua Santità Papa Pio IX°, venne affettuato l'accennato ampliamento fra il 1849 e il 1851.
Nel 1852 fu magnificamente dipinta ed arredata la Cappella prima dal lato dell'Evangelo,'e.costruita l'Ancona ove tuttora si conserva la Sacra Immagine; lavoro questo di Gallerani Tommaso e del Sacerdote Baccellieri D.Ferdinando, ora Parroco di Galeazza.
E nel giorno 12 Settembre dello stesso anno fu con insolita pompa collocata la Sacra Immagine nel novello suo Altare. Della solennità di quel giorno e dell'entusiasmo pietoso della popolazione, ne parla con rara dottrina e vivacità di colori nella splendida sua orazione panegirica il M.R. Padre Giuseppe Maria da Ferrara, Dottore e Missionario Apostolico (5) Dopo di che i zelanti e RR. Sacerdoti Balboni D.Filippo, che era già stato creato Rettor-parroco fino dal 1847, e Guaraldi D.Giovanni Direttore della pia Congregazione della B.V. del Buon Consiglio, col validissimo appoggio del prelodato M.R.Padre Giuseppe M.da Ferrara, ottennero l'erezione canonica dell'anzidetta Pia Unione con Decreto di Sua Em.za Rev.ma il Cardinale Arciv.Oppizzoni, in data 12 Ottobre 1852 - E il Sommo Pontefice Pio IX.°, di venerata memoria, con somma liberalità degnossi poi, con suo Breve 11 Marzo 1853, concedere il copioso numero delle indulgenze che si leggono in apposito sommario. Fu in quella solenne circostanza che venne stampato il primo libretto collo Statuto della Pia Congregazióne, in un colla novena, epigrafi e cantici diversi fatti ad onore di N.S.del Buon Consiglio - E da quell'epoca in poi ogni anno nel giorno dell'Ascensione di N.S.G.C. fino al 1870, e poscia nella Domenica immediata si è sempre celebrata una solenne Funzione con grande concorso di popolo.
E qui non devesi omettere che anche il Rev.do D.Filippo Balboni I° Parroco, a quanto aveva precedentemente operato per l'erezione della parrocchia, prima della sua morte avvenuta nel Gennaio 1865, volle lasciare un bellissimo Orto ed alcune case al Beneficio parrocchiale, non che un Fondo stabile all'Amm. pel culto della Chiesa.
Accrescendosi poi sempre più la devozione verso l'Augusta Proteggìtrice di questo villaggio, malgrado il correre nefasto dei tempi, sentivasi vivissimo il desiderio di provvedere un luogo più degno e sontuoso alla prodigiosa Immagine, e fino dal 1874 se ne fece parola in Amministrazione Parrocchiale; ma in causa di pii urgentii spese per la Chiesa la quale nel 4 Agosto di quell'anno fu gravemente danneggiata dalla caduta di un fulmine sul Campanile; (che allora era incastonato fra i muri della Chiesa medesima) degli impegni da soddisfare per la Fabbrica della Canonica che incominciata nel 1866 era stata ultimata nel 1871; del bisogno di provvedere una Sagrestia che fu poi costruita nel 1880 e per altre circostanze indipendenti da buon volere, si dovette momentaneamente abbandonare l'idea.
Sorse finalmente l'alba serena del 22 Maggio 1880 nel qual giorno il Segretario dell'Amm.ne Parrocc. Contri M,° Felice, rammentando l'avvicinarsi del Cinquantesimo anniversario del prodigioso trasporto in questa Villa della Venerata Immagine di N.S.del Buon Consiglio, arditamente propose di solennizzare la prossima ricorrenza coll'erigerle dalle Fondamenta una nuova Cappella.
La proposta, che poteva ritenersi un sogno, appoggiata dal Rev.do Parroco D.Antonio Ghisellini, venne accolta dalla popolazione con indicibile entusiasmo, e nel 27 dello stesso mese si costituì un'apposito Comitato, il quale con uno speciale manifesto, benignamente raccomandato dall'Em.mo Cardinale Arcivescovo Lucido M. Parocchi, si rivolse alla pietà dei Fedeli chiedendo a tale scopo l'obolo dellaDopo di che i zelanti e RR. Sacerdoti Balboni D.Filippo, che era già stato creato Rettor-parroco fino dal 1847, e Guaraldi D.Giovanni Direttore della pia Congregazione della B.V. del Buon Consiglio, col validissimo appoggio del prelodato M.R.Padre Giuseppe M.da Ferrara, ottennero l'erezione canonica dell'anzidetta Pia Unione con Decreto di Sua Em.za Rev.ma il Cardinale Arciv.Oppizzoni, in data 12 ottobre 1852 - E il Sommo Pontefice Pio IM, di venerata memoria, con somma liberalità degnossi poi, con suo Breve il Marzo 1853, concedere il copioso numero delle indulgenze che si leggono in apposito sommario.
Fu in quella solenne circostanza che venne stampato il primo libretto collo Statuto della Pia Congregazione, in un colla novena, epigrafi e cantici diversi fatti ad onore di N.S.del Buon Consiglio - E da quell'epoca in poi ogni anno nel giorno dell'Ascensione di N.S.G.C. fino al 1870, e poscia nella Domenica imediata si è sempre celebrata una solenne Funzione con grande concorso di popolo.
E qui non devesi omettere che anche il Rev.do D.Filippo Balboni I° Parroco, a quanto aveva precedentemente operato per l'erezione della parrocchia, prima della sua morte avvenuta nel Gennaio 1865, volle lasciare un bellissimo Orto ed alcune case al Beneficio parrocchiale, non che un Fondo stabile all'Amm. pel culto della Chiesa.
Accrescendosi poi sempre più la devozione verso l'Augusta Proteggitrice di questo villaggio, malmurari, e con una sospensione di pochi giorni, il 14 Settembre l'edificio era completamente costruito a greggio.
Raccolti altri mezzi, il giorno 8 Agosto 1883 si incominciarono i lavori di decorazione interna - A questo punto devesi registrare un fatto che può chiamarsi miracoloso: Verso le 4 pom. del giorno 10 sudd. il Capo muratore Zamboni Leonardo mentre stava levando i coppi dal tetto della tribuna che dovevasi innalzare per aprire l'ingresso della nuova Cappella, tutto ad un tratto gli si sprofonda sotto i piedi il tavolato, e in mezzo alle macerie perfora la soffitta e precipita sul pavimento - Gli astanti atterriti accorrono; lo cavano di mezzo ai rottami e, con stupore di tutti si rinviene perfettamente illeso, tanto che, riavutosi dallo spavento, dopo circa un'ora torna al suo lavoro.
Le opere decorative furono sospese il 29 Dicembre per essere poscia continuate ì1 5 Giugno 1884 e completamente finite il giorno 7 Settembre dello stesso anno.
E qui non si devono dimenticare le persone. che in modo speciale hanno avuto parte nell'opera - Il disegno della cappella è del Padre Angelo da Ferrara M. Osser, il progetto di spesa, la direzione e la cupola dell'Ing. Ettore Malaguti; la costruzione muraria e decorativa del capo muratore Zamboni Leonardo; i. lavori d'intaglio a legno e stucco di Busacchi Pio di Cento; i lavori di scagliola di Vespignani Domenico di Bologna. Come poi siasi potuto raccogliere una somma così rispettabile per questo lavoro, basti dire che le offerte giungevano così spontanee ed opportune che,se potevasi chiamare una imprudenza intraprendere un'opera sì costosa colla misera somma di appena seicento lire, devesi d'altronde chiamare prodigioso il fatto di aver potuto compiere in poco più di due anni una così splendida Cappella, giudicata tale da tutti coloro che, o profani o dell'arte, vengono a visitarla.
Ed è stato pure in questo scorcio di tempo che, pei larghi mezzi somministrati alla Parroc:Amministrazione dall'ottimo D.Luigi Albarelli di Finale, si sono potute alzare le navate, fare importanti riparazioni alla Chiesa e costruire un nuovo Campanile che torreggia a levante della Chiesa stessa.
Completati gli anzidetti lavori, il Comitato pubblicò il manifesto programma delle feste che si dovevano celebrare dal giorno 11 al 14 Settembre dello stesso anno, ma in causa del morbo Colera il quale serpeggiava in diverse regioni d'Italia, un decreto Governativo ne ordinò la sospensione, quindi vennero trasportate dal 9 al 12 Ottobre; ma anche in quei giorni non si poterono effettuare che le sole funzioni interne.
Benedetta nel giorno 11 la nuova Cappella dal Rev.do Parroco per delegazione Arcivescovile, alle 4 pom. del giorno appresso la Venerata Immagine venne colla maggior pompa e solennità trasferita nella nuova sua sede.
La solenne e commovente cerimonia fu coronata da uno splendido e memorabile discorso del M.R. Padre Anselmo da Fontana Cappuccino, allora Definitore indi Provinciale di Bologna, il quale favellò con tanta eloquenza e carità da entusiasmare e strappare lagrime di tenerezza dall'immenso uditorio - E a questo punto non devesi tacere un altro fatto il quale poteva aver funesta conseguenza e lasciare una dolorosa rimenbranza di quella solennità: Nel pomeriggio del detto giorno, proprio nel momento istesso in cui si levava dalla Cappella maggiore la Sacra Immagine per trasportarla sulla porta della Chiesa, onde benedire il popolo, e quindi recarla al nuovo suo Altare, il maestro di musica Rosi Sig. Giovanni di Finale-Emilia saliva sulla cantoria per dirigere le litanie che si dovevano cantare al ritorno della Madonna; ma ivi giunti inciampa e precipita capo volto in mezzo alla Chiesa - A quella vista Clero e popolo restano atterriti per paura d'una catastrofe; invece ad un tratto si vede il Rosi rialzarsi, e riavutosi dal solo timor panico, torna sano e salvo a dirigere la musica. E intanto lo stesso Rosi ed il popolo intero, a tutta ragione, ravvisarono in questo fatto un miracolo operato per intercessione di Maria V. SS. - Fino alle dieci della sera di quel giorno la Cappella sfarzosamente illuminata restò aperta, onde lasciare che la moltitudine dei devoti potesse recarsi a' piedi della Sacra Immagine.
Le altre solennità poi, alle quali, oltre a Sua Em.za il Cardinale Arcivescovo di Bologna, dovevapure intervenire quello di Ferrara Mons. Giordani, se una impreveduta circostanza non glielo avesse impedito, ebbero luogo nei giorni 29 30 e 31 Maggio 1885, le quali riuscirono splendissime, specialmente quella dei 31 in cui sul mezzodì, sopra un sontuoso-palco appositamente eretto sulla Piazza, venne da Mons. Arcivescovo Battaglini solennemente incoronata la Sacra Immagine.
A manifestare poscia l'Inclito Porporato la piena di lui soddisfazione per tutto quanto vide essere stato operato da questi parrocchiani con tanti loro sacrifici ed in così breve lasso di tempo, volle illustrare ed innalzare la parrocchia stessa, conferendole il titolo di Arcipretale.
Finalmente a coronare tante opere e mostrare ai posteri quanto sia vero il detto: Volere è potere - questi parrocchiani colla loro inesauribile carità e con un largo concorso dell'Esimio Avv.' Giuseppe Ximenes di Ferrara, nell'anno 1891 è stato collocato sul Campanile un concerto dì quattro nuove-Campane, opera del premiato fonditore Brighenti Clemente e figlio di Bologna - E nel 29 Maggio del corr. 1892 si solennizza il Cinquantesimo anniversario dell'erezione della Parrocchia.
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(1) Fra le diverse opinioni che corrono intorno al nome Casumaro, data all'antica Trecentola, la versione più accreditata sarebbe che essa derivi da tre famose battaglie fra Marcantonio con Ottaviano e M. Lepido combattute in questi luoghi 40 anni prima di G.C. per le quali queste paludi restarono coperte di cadaveri e di feriti.
(2) Frate Giovanni Zerbini da Lucca, che morì nel 1841 in odore di santità nel convento dei RR.PP.M.r Osser: di S.Spirito in Ferrara.
(3) Zuffi Lorenzo custode dell'Oratorio Contri Luigi fu Paride, Guaraldi Tommaso fu Francesco, Contri Bortolomeo fu Giacomo, Mantovani Sante fu Giuseppe.
(4) Le memorie delle molte grazie dispensate sono raccolte nell'Archivio Parrocchiale.
(5) Il panegirico del P.Giuseppe M. di Ferrara fu stampato per Domenico Taddei a Ferrara.
Finale. E. tip.Luigi Rubbiani 1892
Redazione : Luigi Guaraldi
Ricerche : Fausto Malaguti
Dattilo : PG Casalin
Stampato nel 1984 in occasione del 1° centenario della CAPPELLA SANTUARIO DELLA MADRE DEL BUON CONSIGLIO
Digitalizzazione : a cura di Filippini Alessio 2007