Argomenti
Storia del borgo 1892
Introduzione storica 1983
Primi insediamenti 1358
Divisione da Modena 1822
Nascita del Santuario 1833
Elevazione a parrocchia 1842
S.Elia 1839 +1900
M. Contri 1841+1910
P. Angelo 1810
Capomastro Zamboni 1836
Scuola
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Fu allora che in seguito a domanda di sua Altezza Reale il Duca di Modena, Francesco IV, d'Este, intenta a rettificare i confini dei due stati, Pontificio ed Estense, il Sommo Pontefice Pio VII° con suo Breve ( Sacrorum Canonum Sanctione ), delli 11 Dicembre 1821, eseguito per delegazione da Monsignor Tiburzio Cortese Vescovo di Modena e Abate di Nonantola il 16 Aprile 1822 e notificato il 19 detto da Sua Em.za Rev.ma Carlo Cardinale Oppizzoni Arcivescovo di Bologna, vennero distaccate dalla Diocesi di Modena diciasette (17) tra Parrocchie e Frazioni e furono annesse a quella di Bologna, fra le quali eravi compresa questa Frazione con circa 650 abitanti, non che quella di Casumaro le quali vennero incorporate coll'arcipretale di S. Martino di Buona Compra. Come poi questa frazione restasse al Governo spirituale del Rettor parroco di Reno Finalese per venti anni, si conosce da una memoria esistente nell'Archivio parrocchiale di quella Chiesa, dove si legge "Siccome poi quel parroco (si allude a quello "di Buonacompra) per la numerosa sua popolazione "e distanza da questa nuova, non che per le fisiche sue imperfezioni, non poteva attendere al "regime spirituale di questa sua nuova conquista, "così sua Em.za Rev.ma il Cardinale Arcivescovo di "Bologna con suo venerato Dispaccio del 20 detto "mese, si degnò di pregare questo Rettore D.Giacomo Bosi a voler continuare nella qualità di suo 'vicario Spirituale delegato a diriggere,pro interim, "anche la Frazione di Reno Centese, fintantochè avesse provveduto in altra maniera Fu lietissimo quel Rettore di accettare col consenso del Vescovo di Modena l'onorifico incarico, il quale gli "tornava tanto più gradito in quanto che era per lui una soddisfazione, che gli compensava in qualche modo il grave dispiacere del subito distacco che con tutti i mezzi possibili egli aveva procurato di scongiurare". Intanto questa interinata durò fino all'anno 1842. E qui a dare un rapido sguardo alla condizione economica, civile e religiosa dei primitivi abitanti di questa Frazione, basta accennare che la popolazione, principalissimo fattore della ricchezza di un paese, ebbe un costante e continuato incremento, tanto che da 650 abitanti che erano nel 1822, epoca in cui si trovano disgiunti da quelli di Reno Finalese, salirono a quasi 900 nel 1842, ed oggi sono quasi 1300.
Le condizioni economiche, re ora non si por sono dire floride per le circostanze che in generale travagliano i popoli, non furono tali in altri tempi; e re ne ha una luminosa prova nella potenzialità produttiva a cui furono portati questi terreni; nella regolare conformazione del territorio il quale da levante a ponente è metricamente diviso da sette strade; e nella quantità dei fabbricati che man mano si son venuti costruendo, non pochi dei quali abbastanza civilmente edificati.
Fra cui sono da notarsi due belle torri poste lungo la via Colombara, o S.Luigi, una delle quali spettante all'antica famiglia Diozzi, l'altra alla famiglia Guaraldi - Anzi sopra quest'ultima vi fu costituito un censo nel 1695 a titolo di dote, il quale dopo diversi passaggi, venne assegnato nel 1819 alla Parrocchia di S.Michele Arcangelo di Cenacchio. Essendo poi questa assai deperita, fu venduta e demolita nel 1854.
E della pietà religiosa dei primitivi abitanti? Oh! di questa parlano luminosamente gli edifizi eretti al culto! Il più antico fra i quali era la Chiesuola di ius Diozzi costruita verso il 1500, che venne poscia dedicata a S.Luigi Gonzaga, ed alla quale era pure annesso un vasto e civile fabbricato con una bellissima torre. Edifici che, e per l'insulto dei tempi e più per trascuratezza della famiglia, decaduta dalla antica sua opulenza, a poco a poco andarono in deperimento; e vennero quindi demoliti del tutto insieme alla Chiesa ed all'unito cimitero nel 1863; e le ossa dei cadaveri ivi sepolti da epoca immemorabile trasportate nell'attuale camposanto di Reno Centese. Dopo viene il bellissimo Oratorio pubblico di S. Maria della Neve, che si ammira tuttora a nord della Via Imperiale, edificato sul principio del XVI.° secolo dalla famiglia Genesini, e che colla separazione di questo territorio da Reno Finalese è rimasto appartenente alla Diocesi di Modena. Sorse in fine il magnifico Oratorio pubblico Carassiti - Salvi costruito nel 1782 e dedicato a S.Anna, il quadro della quale non che l'altro di S.Giuseppe, sono opera pregiata del pittore Iacopo Alessandro Calvi, detto il Sordino - Quest'Oratorio poi è quello che fu convertito nell'attuale Chiesa Parrocchiale, situata proprio nel centro della Frazione.
E a persuadersi anche maggiormente dell'importanza civile e religiosa di questa villa, a confronto delle contermini, basta consultare gli atti e le memorie dell'Archivio Parrocchiale di Reno Finalese, nel quale si riscontra che gli abitanti di questa piccola Frazione, i quali erano pressochè eguali di numero a quelli della Frazione Modenese (di un area quasi dieci volte maggiore) davano a quella parrocchia due terzi dell'annua rendita.
Ed eccoci ad esporre l'avvenimento più memorabile e portentoso, il quale mentre addimostra anche più evidentemente la pietà religiosa dei nostri padri, forma la più bella gloria di questo villaggio. Esso fu come una scintilla che accese nell'animo di quei terrazzani le più liete speranze; fu, si può dire, l'alba foriera di quel sospirato giorno in cui sarebbero stati soddisfatti i loro voti più ardenti; di erigersi cioè in Parrocchia separata ed autonoma.